martedì 6 marzo 2007

Il sistema proporzionale non mi convince proprio

La tentazione di insistere sul proporzionale come soluzione condivisa per la riforma elettorale sembra stia contaggiando i due schieramenti. Ma siamo proprio sicuri che un proporzionale se pur rivisto e corretto può sostiuire il "porcellum" e ridare governablità a questo paese? Io non ne sono molto sicuro. Mi piacerbbe vederci più chiaro. Ad aiutarmi la voce.info che in questi giorni ha pubblicato una nota molto chiara sul rapporto tra legge elettorale ed economia.

Partiamo da come stiamo: in Italia non c'è mai stata così tanta frammentarietà nel quadro politico come oggi: 23 partiti in Parlamento e 11 nella coalizione di maggioranza.
Regalo senza dubbio e da tutti riconosciuto dell'attuale legge elettorale proporziale "zoppa"e delle regole di finanziamento dei partiti che incentivano la creazione di one-man party.
Avere tanti partiti nella maggioranza di governo, sottolineano Tito Boeri e Massimo Bordignon di lavoce.info, “ rende difficile prendere decisioni tempestive, aumenta il potere di veto dei partecipanti, riduce la qualità e la coerenza delle politiche. Il problema della frammentarietà è ancora più grave in un sistema proporzionale, che di per sé spinge i partiti a dividersi sulle politiche, alla ricerca di visibilità e voti. E le due cose interagiscono; poiché se ci sono più partiti con il proporzionale, ci sono anche più governi di coalizione”.
Quindi il proporzionale sembra ancora destinato a regalarci solo litigiosi e fragili governi di coalizione. Il problema dicono si potrebbe risolvere imponendo una soglia di sbarramento. Una soglia al 5%, come nel caso tedesco, sarebbe ideale e sufficiente a ridurre il numero dei partiti presenti nel Parlamento.
Una soglia giudicata già troppo alta per i partiti minori che con lo sbarramento non potrebbero fare altro che aggregarsi. Cosa che renderebbe ancora più caotico e nervoso il dopo-elezioni. Le cordate elettorali hanno vita brevissima e finiscono a pesci in faccia ( leggi, la Rosa nel pugno…!!!) E che ne sarebbe del bipolarismo? “Il rischio è quello della formazione di un centro perennemente al potere, alleato ora con la sinistra ora con la destra dello schieramento parlamentare”, commentano Boeri e Bordignon.
Ma quello che è peggio, fanno rilevare i due economisti, è che tutto questo l’abbiamo già visto e vissuto e abbiamo anche visto, purtroppo, come il pendolo centrista ha fatto esplodere il nostro debito pubblico.
Più leggo e meno mi convinco che Casini, Bertinotti, Mastella e C. ci stiano vedendo giusto.

1 commento:

Anonimo ha detto...

Si, probabilmente lo e