martedì 6 maggio 2008

Ipse Dixit

"Quando una nazione diventa debole, fragile, vulnerabile come l’Italia, diventa ricattabile e, se vuole riacquistare autonomia e credibilità internazionali, meglio deve scegliere i suoi rappresentanti politici e ripartire daccapo: nel frattempo, deve mordere il morso delle briglie altrui. Io non ho alcuna voglia con questo sgangherato tessuto civile, economico, politico, culturale, istituzionale di fronteggiare Gheddafi a causa di Calderoli, preferisco Calderoli fuori dal governo – lo vorrei fuori anche dal parlamento, insieme a un sacco e una sporta di gente impresentabile per le fesserie razziste e sessuofobiche e tribali tout court che esterna, ma per il momento non si può":
Aldo Busi a proposito della dichirazione del figlio di Gheddafi su Calderoli ministro.

lunedì 5 maggio 2008

I picchiatori di Verona e il perdonismo dei genitori

Grande spazio, sopresa e indignazione al fattaccio di Verona. Un ragazzo, pestato a morte da cinque naziskin per il rifiuto di una sigaretta. Urla, grida di allarme e di vergogna. Una città intera si guarda allo specchio e dice di non riconoscersi. Una nazione si domanda da dove vengono questi pazzi scatenati? E pensare che non sono nemmeno rumeni! Circoli sportivi, club di ultras, sette sataniche e fanatici politici. I giornali fanno a gara ad andare a trovarli. Sono qui, nelle curve. No. Nei raduni. Non li avete visti quando si danno appountamento nei loro scellerati reave... ? Insomma, un bel giro di valzer con un solo obiettivo, quello di allontanarli il più possibile da noi, dalle nostre case, dai nostri tranquilli e pacifici week end di relax e benessere.

Ma questi e tutti gli altri ce l'avranno anche una famiglia! Dei genitori che se li ritrovano tra i coglioni giorno dopo giorno. Li vedono quando rientrano a casa, fatti e strafatti. Li lavano, li stirano e sopratutto ...li perdonano.
Eh si. Li perdonano, li giustificano, li proteggono e li mandano all'estero quando proprio l'hanno fatta grossa.
Parte da qui, o da qui arriva tutto questo malessere. Un malesserer condiviso, in verità. I figli che non sanno più perchè cazzo sono venuti al mondo. E i genitori che non capiscono perchè cazzo ce li hanno messi e se li ritrovano così, grandi e stupidi . E allora siccome a star male si fa fatica meglio far finta di niente. Dire che è tuttta colpa della società e del Verona calcio che sta andando malissimo in serie C e poi a chiedere scusa si fa sempre in tempo e si può anche sperare che qualcono perdoni.
E' il perdono che ormai governa, in verità. Tutto richiama e si richiama al perdono. Dove ti giri, giri. C'è qualcuno o qualcosa da perdonare. Quando intervistano un parente di una vittima di violenza o di un incdinete, di un intervento chirurgico andato male, di un sorpruso o di qualunque altra cosa, non manca mai la domanda sul perdono! Non importa se una vita è distrutta o se non c'è un cazzo da perdonare. Bisogna perdonare. E tutto fila di conseguenza. Chi stupra esce di galera, chi uccide lo stesso, chi ruba, spaccia o... sa che il perdono non si nega a nessuno.

Hanno guardato come un alieno il padre di quel giovane romano che ubriaco ha ucciso, investendole sulle strisce, le due irlandesi, perchè si è permesso di dire che suo filgio merita una punizione esemplare, grave e rigida, senza sconti. L'hanno guardato e si sono chiesti se quel giovane fosse davvero suo figlio.

L'altra sera ho assistito ad una scena raccapricciante. A una ragazza, avrà avuto si e no 16 anni, è stato negato l'accesso in una discoteca milanese. Il boyguard non la feceva entrare non solo perchè non aveva l'età per entrare, ma anche perchè era in pieno sballo. Alcool e qualche pasticca avevano fatto un lavoro con i fiocchi. Beh, la ragazza, fuori giri, sputava e aggrediva il buttafuori, che con una spinta l'ha fatta ruzzolare lungo il marciapiede. Urla e minacce. Dopo un pò è arrivato un taxi, scendono una signora in perfetto stile D&G con una specie di marito al seguito o la guinzaglio, fate voi. La ragazza è seduta sul marciapiede che piange e urla. La coppia made in Milan by night, invece di raccattarla e con vergogna sparire... per fare i conti a casa come si diceva una volta... aggredisce il buttafuori e con il cellulare la signora D&G chiama la polizia per fare immediata denuncia per maltrattamenti e violenza. Il poliziotto, non sapendo cosa fare, ed in evidente stato di imbarazzo, invita la coppia D&G a calmarsi, tentando di spiegare che se insisteva avrebbe dovuto fermare anche la figlia, che in quello stato forse non avrebbe vinto la prossima selzione delle Veline. Non c'è stato niente da fare.

Dite poca cosa di fronte alla violenza dei naziskin. Vero, ma se al primo tatuaggio nazi, o al primo fermo per rissa e violenza... il genitore di questo valoroso "fsv" gli avesse, come minimo e senza strafare, ritirato la Diners Gold, forse avrebbe evitato oggi di dire che "preferisco essere il padre della vittima". Non vi pare!!!???

giovedì 1 maggio 2008

A volte ritornano

A quasi un anno esatto dall'ultimo mio post, ho deciso di riappropiarmi di questo mio spazio. E' stato un anno intenso, straordinariamente intenso. Un anno attraversato da piccoli e grandi momenti di vita pubblica e privata. Ma sono gli eventi di questi ultimi giorni e settimane che mi hanno fatto decidere di riprendere a scrivere e commentare i fatti della politica e dell'economia del nostro paese.
Il Paese è tornato per la terza volta nelle mani di Berlusconi, il nuovo Partito Democratico, sconfitto e bastonato, si lecca le ferite (cambiano il nome, il logo e la leadership, quello che non cambia è il modo con cui "a sinistra" si riflette sulle sconfitte e sugli errori. O dovrei dire "non si riflette sulle sconfitte e sugli errori. Il giustificazionismo si scontra sempre e ancora inesorabilmente con la resa dei conti per diventare bagarre e personalismo, fino a raggingere gli alitissimi livelli dello psicodramma). La sinistra radicale è sparita, la destra, quella delle croci celtiche, anche e per fortuna. Si fa strada il relativismo made in Fini, mentre tutto lascia credere che a sparare cazzate non si perde poi tanto tempo. Quali? La mediatica disponibilità di B a dare a questa legislatura un significato costituente. Cazzata. i richiami ai fucili e alle verdi bandiere di Bossi. Cazzate. L'ingaggio di LdM come "ambasciatore del Made in Italy nel mondo o come fac simile di Attalì. Cazzate. La cordata italiana per il salvataggio di Alitalia. Cazzate. Le ronde padane e i manganelli per i rumeni. Cazzate. Etc., etc, etc...

Ma stanotte ho fatto un sogno. Ho sognato che B, finito di mettere definitivamente a posto le sue cose, questa volta e al terzo tentativo, qualcosa di buono per il Paese lo farà davvero. Intanto il cambio di look gli dona, anche se per i miracoli il suo look trainer, si sta attrezzando. Ho sognato che Tremonti, persa la sua proverbiale creatività finanziaria, convincerà B a smetterla di promettere mari e monti a chiunque incontra per strada e consoliderà i buoni risultati di bilancio di TpS. Ho sognato che W smetterà di pensare che sta vivendo dentro un film di George Clooney e si metterà a dare al PD un pò di sano e necessario radicamento, soprattutto al Nord, dove al cinema preferiscono i centri commerciali. Ho sognato persino che l'ex léder Maximo, vinto da una folgorazione, tipo S.Paolo sulla strada di Damasco, dirà a noi tutti "ce lo siamo meritati" e non dirà mai più che è tutta colpa di B e delle sue tv. Ho poi sognato una cosa ancora più strana. Ho visto Goffredo l'ippopotamo che smessi i panni di "fiume carsico", andrà da W e gli dirà...abbiamo fatto proprio un mare di cazzate, caro W, a cominciare dalle liste e dalla campagna elettorale...per cui sai che c'è di nuovo, faccio un salto in Thailandia a veder come stanno i miei amici, e quando torno mi dedico (l'Alemanno, permettendo!) solo alla Festa del Cinema, che è l'unica cosa che mi è venuta bene....
Ma i sogni muoiono sempre all'alba.

mercoledì 4 aprile 2007

Arriva il bilancino per i giornalisti

La commissione Giustizia della Camera sta completando l'esame del ddl Mastella. Tra tutte le questioni che si stanno definendo quella che sembra stia concentrando l’attenzione dei parlamentari in commissione è senza alcun dubbio il provvedimento che dovrebbe “governare” la cd libertà di pubblicazione di stralci di intercettazioni. Le posizioni dei due schieramenti sono molto distanti tra di loro. Da una parte , il CentroSinistra vorrebbe applicare una sanzione che prevede l’ arresto fino a un mese o multa di 258 euro per chi pubblica atti che pur non essendo coperti dal segreto istruttorio, sono comunque documenti utili al processo e nella fattispecie possono essere rappresentati da stralci di intercettazioni telefoniche o ambientali o documenti sequestrati . AN e FI invece vorrebbero infierire contro i giornalisti rei di lesa pubblicazione di informazioni sensibili con una pena detentiva fino ad un anno e o un'ammenda ben più salata: da 250mila fino a 500mila euro.
Pieno accordo tra le parti sembra esserci per quel che riguarda le intercettazioni illecite e per quelle lecite. Con le nuove norme i giornalisti rischiano da 1 a 3 anni di carcere per la 'visione abusiva' di atti coperti da segreto istruttorio e da 6 mesi a 4 anni per attività di dossieraggio o pubblicazione. Se a commettere questo reato è, invece, un magistrato, la pena si fa più pesante: da 1 a 5 anni di carcere. Per quel che riguarda invece le intercettazioni lecite, il testo prevede una pena detentiva da 6 mesi a 3 anni se il reato è di violazione del segreto del procedimento penale. Carcere fino a un anno, invece, se il reato è quello di pubblicazione colposa.
Non c’è dubbio che si tratta di un vero e proprio giro di vite. A mio giudizio esagerato che minaccia quel diritto di cronaca che dovrebbe governare la responsabilità e al deontologia professionale dei giornalisti. Il caso Vallettopoli ha acuito la sensibilità politica. Ma la necessità di un intervento regolatore non sorprende nessuno. Troppe volte la corsa allo scoop ha esercitato forme di persecuzione e di invadenza insostenibili e non solo nei confronti di VIP o politici. I processi mediatici sono un’aberrazione sociale e civile che ha lasciato ferite insanabili. Allo stesso tempo però non si può assistere a questa forma di democrazia commissariata, in cui è il bilancino delle sanzioni a stabilire la cifra di informazione che si può diffondere. Questo nuovo provvedimento all’esame della Commissione ci dice anche che questo paese non ha ancora la maturità necessaria al rispetto delle elementari norme di responsabilità civile e professionale di ciascuno di noi. Siamo noi giornalisti, giudici, medici, avvocati , politici o quant’altri in grado di esercitare influenza sulle altrui libertà.

giovedì 29 marzo 2007

Come siamo caduti in basso

La pubblicazione sul mensile Rcs OK Salute del servizio fotografico che ritrae Veronica Lario , la moglie di Berlusconi, in topless, fatto nel marzo del 1980 durante la rappresentazione de “Il magnifico cornuto”, in scena al teatro Manzoni di Milano è davvero il punto più basso che ha raggiunto questa morbosa quanto stupida corsa al sensazionalismo gossipparo.
Che senso ha pubblicare foto di 27 anni fa? Che straordinaria notizia è vedere il topless di un’attrice che recita a teatro? .”Fotografie mai viste prima”, sottolinea Paolo Pietroni, direttore del mensile che vanta il prof. Umberto Veronesi come sponsor e tutor della rivista.
E allora? Scommetto che se va in soffitta a casa sua chissà quante ne trova di foto mai viste prima . Con i nostro potenti mezzi ne abbiamo trovata una che lo ritrae in atteggiamento davvero scabroso. Foto che Pietroni, nonostante ci abbia provato, non è riuscito a togliere dalla circolazione. Non possiamo non pubblicarla.
Scusate ma non c’è proprio fine alla stupidità e alla meschinità.

mercoledì 28 marzo 2007

Casini punta in alto...

All'indomani dall'approvazione al Senato del provvedimento per il rifinanziamento delle missioni militari all'estero, votato dalla maggioranza e dall'Udc, Pier Ferdinando Casini, al termine di un ufficio politico convocato per definire come muoversi dopo il traumatico voto di ieri, ha chiesto di poter incontrare il presidente della Repubblica, Giorgio Napoletano. Obiettivo di Casini & C è quello di suggerire al Presidente l’avvio delle consultazioni per la nascita di un Governo di salute pubblica. L’UDC ritiene che il governo Prodi è un governo che ha esaurito il suo ruolo e non può contare sulla maggioranza in Senato – non ha, dicono i centristi, i richiesti 158 voti. Per cui non è più legittimato a governare. Vada a casa!
La richiesta di incontro, promosso autonomamente dall'UDC, sembra aver spiazzato la CDL. Le reazioni sono tutti improntate più che altro al risentimento e denunciano una fuga in avanti che di fatto allontana sempre più l’UDC dai suoi ex alleati. Fin qui la cronaca politica su cui nei prossimi giorni ci allieterà il teatrino delle reciproche ripicche mediatiche.
Ma a guardarci bene c’è dell’altro. L'allungo di Casini è di quelli che non prevedono possibilità di marcia indietro. Se qualcuno aveva avuto dubbi sul fatto che Casini non aveva più intenzione di lasciare a Berlusconi la leadership dell’opposizione. E’ servito. Il bolognese corre da solo. E a nulla valgono i distinguo di Giovanardi o le frenate di Buttiglione. Pier Ferdinando la spallata vuole darla. Non a Prodi ma a Berlusconi. Non sa se riuscirà a resistere al contraccolpo. Ma da buon democristiano, non tanto ex come ama definirsi, si è anche costruito una via di fuga o se volete un ulteriore azzardo. Quella/o di battitore libero che con la scusa di essersi accreditato come politico responsabile e tutto sommato coerente ha in realtà un chiaro obiettivo. Convincere o costringere il centrosinistra a dare corso ad una riforma elettorale che dovrà premiare il centro “variabile”. E’ qui che Casini si gioca molto del suo prossimo futuro. E’ qui che Casini non può sbagliare.
Un dato generale che comunque emerge e fa pensare a scenari vicini alla fantapolitica ci dice che mai come in questo periodo nella politica italiana si è assistito a questa caotica indecisione. Tutto gira come un vortice impazzito e condizionato dalla volatilità delle posizioni. Tra nuovi partiti e possibili federazioni, tra scissioni e transfughi, tra dissidenti e disobbedienti, tra indecisi e frustrati tutto sembra possibile. E all’orizzonte si intravede, tra cortei pro e manifestazioni contro, ricatti e gossip, fischi e contestazioni, una pericolosa “marmellata” di populismo demagogico che rischia di coprire tutto e tutti.

martedì 27 marzo 2007

Finanziare i partiti. E' ora di ripensarci

Il lungo articolo sull'Unità del tesoriere dei DS, Ugo Sposetti, sulla necessità di tornare al finanziamento pubblico dei partiti, molto probabilmente non ha incontrato grande attenzione e soprattutto non ha trovato fin qui commenti. Mi permetto quindi di arrogarmi il diritto di farlo e tornare su quanto Sposetti ha voluto senza remore ribadire con chiarezza. Il tesoriere dei DS scrive che è necessario innazitutto levare il velo di ipocrisia che governa l'attuale normativa, frutto del referendum abrogativo della legge sui finanziamenti ai partiti del 1993, sui rimborsi elettorali. Sposetti fa notare e con lui la Corte dei conti che questi "rimborsi" sono in realtà veri finanziamenti pubblici. Alcuni evidenti dati relativi alle ultime elezioni europee rivelano che i partiti hanno incassato dallo Stato molto ma molto di più di quanto hanno in realtà speso (249 milioni di euro incassati contro gli 89 spesi). Continuare a far finta di niente è non solo offensivo ma anche stupido. Quindi. La politica ha bisogno dei finanziamenti pubblici. Non c'è via d'uscita. Raccontarci la favola che i partiti devono vivere dei contributi dei propri iscritti e delle trattenute sugli stipendi degli eletti è fare dispetto all'intelligenza di noi italiani. Sposetti dice che senza finanziamento pubblico si rischia di "lasciare spazio a persone o gruppi dotati di una forte disponibilità finanziaria o mediatica", con il risultato di negare la democrazia e il suo oggettivo sviluppo. Sposetti ha ragione! Il costo della politica è un dovere di uno stato civile e democratico. E' quindi una questione attuale che va affrontata e risolta. Con limpidezza e soprattutto con chiarezza. Chi come Ldv o i radicali bloccano ogni soluzione possibile ( l'ultima è la proposta dello stesso Sposetti che con Boato avevano suggerito la nascita di Fondazioni di partiti per beneficiare dei contributi pubblici) non può "gridare " al ladro e richiedere a gran voce i "rimborsi elettorali". Non vi è dubbio che l'esperienza di Mani pulite e dei tanti piccoli e grandi scandali sui finanziamenti occulti alla politica che abbiamo intravisto e seguito in giro per l'Europa e non solo, non ci permettono di essere particolarmente disponibili a rivedere l'esito di quel referendum del '93. Resta, però, il fatto che se questo paese non vuole delegare la sua podestà ai tycoon dell'economia, ai concessionari di stato e/o ai rider della finanza deve risolvere e presto questo problema. Continuare ad essere presi in giro con il gioco delle tre carte, chiamando rimborso quello che è puro finanziamento non è degno di un paese civile. Che dite?

sabato 24 marzo 2007

Peppone e Don Camillo sbarcano in Sicilia

La denuncia per danni "patrimoniali e morali" dell'europarlamentare DS Claudio Fava all'editore-direttore del quotidiano la Sicilia, Mario Ciancio Sanfilippo, reo di aver disposto ai giornalisti della "sua" testata" di non pubblicare mai e per alcun motivo il nome dell'europarlamentare merita un commento. Fava parla di "censura chirurgica" ai danni delle sue iniziative parlamentari, non permettendo ai suoi elettori di essere informati su queste attività. Un danno non solo morale ma anche materiale, visto che per Fava lavora una nutrita segreteria, chiamata a gestire e alimentare il "consenso" all'euroOn.
Da parte suo Ciancio Sanfilippo, l'uomo che comanda a Catania, risponde a muso duro. " La decisione è mia. Fava parla male di me. Non perde occasione per insultarmi. E io non lo pubblico." Insomma, nessuna censura e nemmeno attentanto alla libertà di stampa, solo una questione "molto personale" tra due catanesi che come si dice da quelle parti "non si sono presi di carattere". Come era prevedibile fioccano i commenti. Anna Finocchiaro e i DS , parlano di "inaccettabile monopolio dell'informazione", grida manzoniane che lasciano impertubabile l'editore-direttore . La querelle tutta catanese ci riporta con un sorriso malizioso un pò ai dispetti tra Peppone e don Camillo.

Verso il Partito Democratico

"Andiamo avanti verso il Partito Democratico tra scandali tessere, fine della spinta riformatrice liberal, pulsioni neoclericali e rilancio dell'identità popolare".
Su Europa, giornale della Margherita

venerdì 23 marzo 2007