domenica 11 marzo 2007

In silenzio il Parlamento approva

Passata sotto silenzio come succede a tutte le leggi che… niente si sa e meglio è, nei giorni scorsi, mentre il dibattito politico parlamentare si concentrava e concentrava l’attenzione dei media e della gente sulla crisi di governo, sui 12 punti di Prodi e su tutto il resto che abbiamo visto e sentito, senza tregua per la nostra salute oltre che per la nostra intelligenza. A Montecitorio con una bella e sostanziosa maggioranza – 295 voti a favore – è passato il rinnovo, questa volta definitivo – del cd decreto “milleproroghe”. Una specie di sacco nero in cui sono state infilate tutte le possibili e le probabili mille e mille piccole o grandi “seccature” che gravavano sui lavori del Parlamento. Di logica un intervento che generalmente si fa a fine legislatura, quando si vuole finire con il botto delle prebende o delle mini sanatorie.
Anche in questa edizione anticipata c’è di tutto e di più: dalle nuove normative per la realizzazione delle strutture antincendio in alberghi e pensioni all’obbligo delle scritte in braille sulle confezioni dei prodotti medicinali; dal rinnovo di incarichi, cariche e consulenze alle sanatorie per multe e sanzioni ; dall'assunzione di vigili del fuoco, all'assunzione di personale a tempo indeterminato nei ministeri e negli enti pubblici, in deroga al blocco del turn over, fino alla cancellazione del ticket sanitario introdotto dalla Finanziaria. Gli enti locali , i comuni che hanno fatto debiti e speso oltremisura, violando il patto di stabilità, sono perdonati, mentre le province di nuova istituzione si riprendono i fondi che non avevano speso nel 2006 e possono utilizzarli nell'anno in corso. A chi nel Transatlantico chiedeva un commento, i deputati accorsi numerosi e compatti al voto hanno risposto frettolosamente che il decreto Milleproroghe è molto utile per non soffocare il Parlamento su piccoli problemi. In fondo si tratta di ordinaria amministrazione. Quella a cui dedicano il loro tempo i parlamentari peones che non godono delle luci della ribalta ma che devono rispondere alle richieste, domande, aspettative degli elettori del loro collegio. Che c’è di male?

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