sabato 13 gennaio 2007

A Caserta... si sono perse le riforme?

Quanto deciso nella due giorni di Caserta conferma che la polemica uscita dai DS di Nicola Rossi ha un senso e una ragione: il riformismo è stato messo in soffitta.

Se Prodi ne esce rinforzato - ha chiaramente dimostrato di essere il solo in grado di reggere la litigiosità della coalizione e a sorridere sulle goliardate di Pannella - tutta l'impalcatura della fase 2 si perde in un elenco di 10 punti che rappresenterebbero la linea strategica del Governo - non dei prossimi 5 mesi, come Fassino si affanna a dire, ma dei prossimi 5 anni.

Beh, nessuno si sognava che da Caserta giungessero altri segnali se non quelli che sono stati ampiamente e "prodigiosamente" sottolineati dal Premier. Il Governo è forte, la maggioranza tiene, il programma va anvanti. Chi invece si aspettava un pò di chiarezza - tempi e metodi, per intenderci - sui temi "caldi" del dopo finanziaria : le riforme - prima tra tutte le pensioni - le liberalizzazioni, il federalismo fiscale, le infrastrutture, l'emergenza ambientale - problemi tra i più urgenti e avvelenati dal chiacchiericio interministeriale - ha trovato per adesso solo una lunga e articolata dichiarazione d'intenti - 10 punti da rispettare - e una "cabina di regia" - il tutto condito in salsa "riformista".

Sarà vero quello che dice Panebianco sul Corriere della Sera : "
«Li abbiamo fermati. Partita chiusa»: il lapidario commento del segretario di Rifondazione, Giordano, sembra riassumere bene il senso dell'incontro di Caserta e, soprattutto, chiarisce chi siano i vincitori"?

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