Per aver ribadito forse una delle cose più semplici e ovvie che dovrebbero regolare la competitività dei mercati, Antonio Catricalà, presidente - ancora per quanto? - dell'Antitrust è stato bombardato di fischi e di contumelie. Cosa ha detto di così sconvolgente? ... che non si possono mettere limiti al fatturato delle imprese per legge "perchè si deprimerebbe la crescita e gli entusiasmi imprenditoriali". Ovvio , vero? Non proprio. Se le imprese sono imprese televisive e se sono di proprietà del leader dell'opposizione, l'ovvietà non è "politically correct". Per cui giù con gli attacchi e le insolenze nei confronti del presidente dell'Antitrust, reo di aver lanciato un salvagente a Berlusconi e a Mediaset ... (in verità ci sarebbe anche Sky tra le aziende favorite con questa dichiarazione. Nessuno dimentica il ruolo di posizione dominante che le tv di Murdock hanno sui diritti del calcio...).
Senza entrare nel merito delle ragioni - che sono tecniche e non politiche, come devono essere da parte di un Authority - della presa di posizione di Catricalà, ribadita anche nella audizione alla Camera, non è male sottilineare che il ddl del ministro Gentiloni rappresenta senza dubbio un passo avanti verso la normalizzazione "civile"del selvaggio west dell'emittenza italiana, ma va sotolinetato che l'azione del Governo deve avere il solo obiettivo di indicare norme di carattere generale e non di segnare vincoli e niet, sopratutto in tema di comunicazione e tecnologia. A vigilare sulla concorrenza ci sono le Authority. E' qui che bisogna agire. Rinforzandone il ruolo, l'azione e le possibilità d'intervento.
Se si vuole fare del male al nemico, non lo si deve far diventare un "martire".
Come dice la Legge 12 del POTERE: " Per disarmare il vostro nemico, usate un misurato grado di onestà e di generosità"
1 commento:
Il limite non è al fatturato, ma alla raccolta pubblicitaria. D'altronde anche per i giornali esiste un limite ed è il 20% pertanto non si capisce perché non dovrebbe averlo anche la televisione. Non si vogliono cioè tenere in piedi delle posizioni dominanti così come è adesso
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