Pippo Baudo ha presentanto il "suo" Festival di SanRemo. L'edizione 2007 sarà anche lei, come sempre, bersagliata da critiche e da sberleffi. Il dibattito tra eminenti critici ed esperti di costume coprirà intere pagine di giornali, rubriche televisive - non oso immaginare cosa starà preparando Massimo Giletti. La domanda - o meglio il tormentone - sarà ancora una volta se Sanremo e le sue canzonette rappresentano la musica popolare italiana? Sondaggi e interviste come se piovesse. In fondo, io credo, che delle canzone non se ne fotte nessuno. Sanremo è Sanremo solo per le chiacchiere e per l'off-stage che produce. Il caso più emblematico e se volete da letteratura di un fenomeno che ogni volta si rinnova non più per quello che è ma solo per quello che produce. E tra questo non dimentichiamo la cosidetta "
spirale del silenzio" - la famosa teoria di Elisabeth Noelle-Neumann applicata al Festival di SanRemo- che fa dire alla maggior parte degli italiani che non solo non hanno visto la maratona Tv di Baudo, ma che è ora di dire basta a questo rito "pacchiano" e da "italietta", per verificare, dati alla mano, che invece sono oltre 12/16 milioni gli italiani che lo seguono ogni anno .
Sempre più convinto che comunque lo fanno solo perchè non vogliono o non possono perdersi il chiacchiericcio tra colleghi in ufficio, al bar, sul tram e/o le ormai immancabili risse tra improbabili personaggi alla ricerca di un pò di visibilità in tv.
Beh! Tanto per cominciare un punto a favore vorrei segnalarlo io. Il logo del Festival è l'ultima opera di Lele Luzzati, il grande artista scomparso pochi giorni fa, il 26 gennaio. Ma su questo non si aprirà certo un dibattito "colto", direbbe Guccini.
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