lunedì 5 febbraio 2007

E se dal dibattito si passasse ai fatti?

Non c'è giorno che tra i riformisti di centro, i riformisti di sinistra, quelli di sopra e quelli di sotto, non si intrecci l'occasione di dibattere sul nascente Partito Democratico. Un dibattito che appare ormai orientarsi verso la più assoluta sterilità. Contorto e inutile a tal punto che molti ormai credono che finchè se ne discuterà non ci sarà pericolo che qualcosa di reale si faccia.
Le parole d'ordine che alimentano questo dibattito sono ferme e risolute. Dalla necessità si passa a quello che dovrà essere e quello che invece non dovrà essere, a quello che si può fare e quello che non si può fare. Parole che si incartano e immagini che si sovrappongono, in contrasto molto spesso tra loro. Un delirio che dice solo che forse questo nuovo partito Democratico di futuro ne ha davvero poco.
Difendiamola questa necessità, senza definirla con lo sguardo al passato o peggio rivendicandolo questo passato.
Anche se viene da pensare che se davvero fosse necessario, sarebbe già una realtà, fatta e quasi finita.
Cionostante, se davvero è un'esigenza il partito Democratico non può e non deve avere un passato. Non può avere un'identità già costituita. Non può nascere con le carte in regola. Non avrebbe senso. Bisogna solo saper dire cosa a partire da qui si vuole fare, si vuole essere. La grammatica politica delle parole si arrenda all'immaginazione. Non guidi il pensiero quel tragico e doloroso desiderio di traghettare il passato nel futuro.

"Solo coloro che non hanno un futuro, credono di dover ancora traghettare il passato."

1 commento:

Hari Seldon ha detto...

Belle parole, anche condivisibili. Ma il PD che sta nascendo è una schifezza.
E lo dico con rammarico. Lo auspicavo quando ai DS e Margheriti di oggi venivano le bolle al solo sentirlo nominare. Peccato!