Agli industriali che se ne stanno buoni buoni ad aspettare che il Made in Italy faccia il lavoro per loro dice a chiare lettere che occorre recupare il ritardo di relazioni economiche e industriali con i paesi emergenti. Ne ha al seguito oltre 400. Si spera che faranno un buon lavoro nei tanti "Forum dei Ceo" che sono previsti. Torneranno con le idee chiare e come sottolinea Montezemolo "pronti a concordare con il governo una griglia prioritaria di interventi concreti". Uno qui si chiede che fine hanno fatto quegli intraprendenti pioneri che incuranti delle difficoltà dei mercati lontani hanno preso, senza griglie prioritarie, bagagli e bagatelle e sono andati a investire in giro per il mondo. Va detto per giustizia che la globalizzazione non si affronta a petto nudo, ma occorrono programmi di ampio e coordinato respiro. E qui solo il sistema Paese può competere e aggregare le opportunità e intecettare il futuro.
Ma la cosa che mi pare Prodi manda a dire, da Calcutta o giù di lì, al paese e soprattutto ai suoi alleati, è che per garantire all'Italia il ruolo economico e politico che deve avere per poter competere nel mondo è assolutamente necessario che sia ritenuto un paese credibile, affidabile e soprattutto stabile nelle sue alleanze e nei suoi impegni internazionali.
Come altro modo non leggere le seccate battute con cui dall'India il Premier liquida le polemiche in corso in Italia sui Dico, su Vicenza e sul ritiro dall'Afghanistan?
2 commenti:
Non credo si possa aggiungere altro; uno statista deve saper agire e portare il suo paese nel mondo globale, e non a barzellette, pacche sulla schiena o goliardiche corna!
secondo voi nell'Italia del 2017 sarà più importante la base di Vicenza, i Dico, l'Afghanistan o i rapporti con Cindia?
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