mercoledì 20 dicembre 2006

Il PR licensing ... la riforma degli ordini professionali

Il mio primo corso di accreditamento FERPI ricorda ormai l'era paleolitica delle PR. Se non ricordo male era il 1980 o il 1981. Devo avere da qualche parte la preziosa pergamena in similcartoncino con la firma di Attilio Consonni o Alvise Barison conferitomi per la partecipazione al seminario di aggiornamento professionale che mi dava diritto a dirmi " professionista delle Relazioni Pubbliche". Beh, già da allora nei comitati regionali della FERPI e in giro per i bar e le piazze della comunicazione si parlava con insistenza dell'urgenza e della ovvia necessità che il Ministero di Grazia e Giustizia provvedesse, senza ulteriori esitazioni a costituire l'Albo professionale dei Comunicatori d'impresa.
Sono passati tanti anni ormai ed ecco che nei giorni scorsi un gioviale e animoso Ministro, si dice per non farsi scavalcare da un suo collega più accreditato, si presenta ad uno degli ultimi CdM e con decisione si fa approvare una Riforma, un pò cerchiabottista, ma che cancella in poche righe le attese e le richieste che hanno dato risalto e furore a convegni, discussioni, lettere al direttore e frasi romboanti.... sulla competività, l'accesso alle professioni, il diritto alla pubblicità,. etc.
Era ora...anche se ...come si dice... adesso viene il bello. Il bello è presto detto... Il disegno di legge che darà vita e corso alla Riforma Mastella dovrà risolvere qualche nodo..diciamo spinoso... Per esempio...l'eccessivo numero di associazioni professionali .. basta dare uno sguardo al Rapporto del CNEL sulle professioni non regolamentate ... Dovrà intervenire sugli ambiti di privilegio e di protezionismo di alcuni Ordini professionali, veri e propri potentati che presentano un congruo numero di eletti all'interno del nostro parlamento in grado di condizionare, trasversalmente, le scelte di qualsiasi Governo. Ma su questo ci torneremo...

Quello che mi preme adesso sottolineare sono i riflessi..a mio giudizio positivi, in prospettiva, che potrebbero coinvolgere la professione e i professionisti delle RP. Dalla lettura dei requisiti necessari per poter accedere all'elenco delle associazioni professionali, sembra che le PR e i suoi professionisti abbiano le carte in regola.
Per cui, non vedo grandi difficoltà alla costutuzione di un albo professionale. Quello che mi chiedo invece è... come potranno o dovranno essere gestiti gli aspetti di controllo e di riferimento deontologico? quali saranno i limiti e i livelli di professionalità richiesta, in aggiunta a quelli definiti dalle norme generali di indirizzo contenenti nella Riforma Mastella? Quale organismo sarà deputato a certificare, controllare governare le "vicende"? La Ferpi, naturalmente. Ma al di là del truismo che può rappresentare la risposta, ho la sensazione che, come succede ad ogni passaggio o cambiamento di programma, la Ferpi non sia in grado di assolvere a questo incarico. La sua azione è stata encomiabile in tutti questi anni, per il definitivo accreditamento della professione, per la sua corretta e professionale intepretazione, per il livello di cultura e di credibilità che ha saputo esprimere. Tutto ben fatto! Ma questo passaggio presuppone una diversa impostazione- o se volete - una nuova missione. La Ferpi non potrà più essere una associazione di professionisti, un rotary accademico e autoreferenziato. Non dovrebbe scimiottare gli ordini, dovrebbe rappresentare il fare e non chi lo fa. Poche regole ma chiare. Ponendo paletti all'identità e non all'ingresso. Facendosi tutore e custode del "dirsi PR", e non notaio di iscrizioni e marchette di adesione... Altrimenti il rischio è di allontanarsi dalla modernità, dall'efficienza e soprattutto di non dare una risposta, oggetivamente, all'altezza delle speranze, delle aspettative e della passione dei tanti giovani che hanno scelto di costruire qui e con questo nostro bellissimo lavoro il loro futuro, e tornare alle polverose stanze degli ordini e delle categorie.