sabato 27 gennaio 2007

Addio a Valentina

Valentina non ce l'ha fatta. Il suo cuore non ha retto. La cronaca ogni giorno è piena di morti giovani. Perdono la loro giovane vita in incidenti d'auto - tantissimi, davvero una strage ogni sabato sera - se ne vanno per overdose, per quelle malattie che non hanno rispetto del tempo e della giustizia della vita, gliela strappano la violenza e l'assurda realtà degli uomini e delle donne vinti dalla malvagità e dalla pazzia.

Ma a Valentina la vita l'ha rubata una piccola incuria. Così piccola da essere finanche assurda. Un black out elettrico di 12 minuti. Una spina messa male. Ci si domanda come è possibile? Come è stato possibile? Ma ogni cosa ha un senso. L'assurdità del caso non può richiamare il destino. Questa morte, così terribile e assurda - per i suoi 16 anni e per la memoria che lascia - ci dice tante cose che, le parole della politica e dell'inganno, nascondono dietro un muro di ipocrosia.

Questa morte segna un abbandono. L'abbandono di una parte di questo paese che non ha dignità di bandiera. Un abbandono che i visi straziati dei compagni di Valentina, le parole dei politici di turno, le reazioni e i commenti della gente e le immagini e le corse dei giornalisti fuori, raccontano in un quadro devastante. L'incredulità e la pietà non riescono a coprire la desolazione delle risposte. Si dedicherà un ospedale a Valentina, saranno fatte le inchieste: si aspetterà, ancora!
Quel black out e quella maledetta spina non hanno bisogno di inchieste, nè tanto meno di parole e rancori. Quel balck out e quella spina hanno bisogno di scuole efficienti, strade percorribili, lavoro vero.... Quel black out e quella spina hanno bisogno di futuro.

Povera Calabria! In cronaca solo e sempre per mafia, per malasanità, per guerre intestine, per frodi e raggiri. Povera mia Calabria.

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