martedì 27 febbraio 2007

Prodi rilancia ma...

Finisce qui la settimana di passione del presidente del Consiglio Romano Prodi. Ha appena finito di declinare al Senato il suo "nuovo" programma e Anna Finocchiaro gli fa segno che la Maggiornaza c'è e resiste. Domani il voto. Poi si riparte. Anzi il Premier "rilancia". E da più parti si sottoliena che l'errore di percorso è superato, che la sinistra antagonista ha capito la lezione e che stavolta non sono più permessi sbuffi o mugugni. Insomma ottimismo a piene mani. Condite dal sorriso sornione dell'Harry Potter della politica italiana che approda, con qualche schizzo di fango, nel nuovo centrosinistra. Tutto bene madama marchesa. Inutili quindi tutte le chiacchiere che hanno affallato questi giorni e le notti. Ma è proprio così? Siamo proprio sicuri che non è successo nulla? Qualcuno dirà che questa settimana ha segnato la fine dei DICO, qualcun altro noterà che il Governo si "doveva" spostare più al centro, da qui la finta crisi, qualcun altro ancora dirà che D'Alema con la sua ormai "famosa replica" ha mandato un messaggio ai suoi che non vogliono il Partito Democratico. Dietrologia al Barsport. Nessuno rileva invece una verità molto scomoda. La politica italiana ha dimostrato - ancora una volta - di non essere adeguata al Paese che vorrebbe governare. Non sono adeguati i politici, i leader, non lo sono i partiti e gli schieramenti. Non lo sono soprattutto le regole che si sono dati. Per verificarlo è sufficiente notare come ogni decisione piccola o grande che sia parte o è partita sempre e comunque da una "contrarietà". Si agisce "contro" qualcosa o qualcuno. Mascherando ideologia e missione. Oppure che ogni scelta dovuta si inabbissa e muore nel dibattito pervaso da ogni forma di pernicioso e ormai consolidato "benaltrismo".
Peppino Turani faceva notare la differenza tra i politici italiani e quelli tedeschi. In Germania la politica fa, in Italia discute. E lo fa con una perseveranza angosciante. Persino per le piccole questioni c'è una vera overdose di dibattito. Mentre il Paese, signori, corre. Corre davvero. - nessuno ha fatto notare che la Borsa alla notizia delle dimissioni di Prodi non ha battuto ciglio.
A guidarlo ci vuole polso e visione. Ci vogliono idee e progetti. Ci vuole coraggio.... Ci vogliono uomini e donne capaci di inventarlo, scovarlo, rincorrerlo il futuro e raggiungerlo prima che arrivi. La politica dovrebbe portarci dove "non si tocca". Per nuotare sul bagnasciuga non abbiamo bisogno di baywacth!

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