sabato 10 marzo 2007

Il prezzo dei DICO

La manifestazione di sostegno ai Dico è stato un successo. Le cronache parlano di oltre 50.000 mila persone in piazza, Alessandro Zan, il leader della manifestazione ne ha contati oltre centomila. Una piazza Farnese stracolma, in un tripudio di bandiere colorate dell'Arcigay, quelle viola dell'Arcilesbica e quelle di Ds, Ulivo, Prc e Rosa nel Pugno, ha accolto i manifestanti riuniti dallo slogan "Diritti ora!". I commenti, le critiche e le polemiche - e qualche fischio per Mastella - hanno raccontanto questa giornata. Al centro della polemica soprattutto la presenza dei ministri del governo che sostengono il ddl sui Dico. Simone Cristicchi, fresco vincitore di SanRemo ha chiuso la manifestazione con un suo concerto. Bene! Tutto è andato come doveva. Tutti a casa. Gli effetti della manifestazionie si faranno sentire tra qualche giorno. Nel dibattito politico in corso, nelle nuove dichiarazioni dei pro e dei contro, tra le discussioni della gente.

Detto questo, mi sto chiedendo se il senso vero di questa manifestazione, così come delle mille e mille dichiarazioni che l'accompagnano, sia solo e davvero il fermo e civile sostegno al ddl sulle unioni civili o non si intravede qualcos'altro? Chi in politica dà un senso ai messaggi, infatti, non può non leggere in questa manifestazione una volontà di andare come si diceva una volta "ai materssi". Lo scontro politico nella maggioranza riprende vigore. I Dico sono una delle foglia di fico che dovrebbe coprire le tensioni, le trappole sui nuovi equilibri che gravano nella Maggioranza. Prodi ha tentanto di disennescare questa mina. Ma se le ritrovata tra i piedi.
La svolta come dire "centrista" che ha avuto la crisi di governo, ha bisogno di essere riequlibrata "a sinistra". I DS, i verdi, PRC, Comunisti Italiani e Rnp sanno bene che dovranno votare anche in Senato il rifinanziamento delle missioni all'estero. Ma vogliono i Dico. Non si tratta più di un diritto civile, ancorchè sacrosanto e legittimo - nel paese i Dico sono stati approvati da tempo ormai - ma di rimettere a posto gli equlibri di potere e di indirizzo di questa fragile maggioranza. Mastella e Rutelli sanno bene che la loro guerra santa non ha futuro, nonostante Andreotti e il nuovo Ruini. Ma devono trattare con il Governo e la maggioranza una buon'uscita. I tavoli dell'accordo passano dalla nuova legge elettorale per Mastella e dal costituendo Partito Democratico per Rutelli. Sembra.

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