lunedì 12 marzo 2007

Le casse piene sono piene... i desideri tanti.

Tra una settimana il Ministro dell’Economia e del Tesoro, Tommaso Padoa Schioppa presenterà in Parlamento i dati sulla Trimestrale di cassa. Dalle prime indiscrezioni sembra che i conti pubblici stanno andando molto meglio del previsto. Addirittura meglio di quanto il Programma di stabilità si riproponeva. Il prodotto interno lordo nel 2007 potrebbe arrivare, come si è registrato con meraviglia nel 2006, al 2 per cento. Questa inaspettata crescita e il forte surplus di entrate, soprattutto se continuerà il recupero di evasione fiscale, realizzato nel 2006, potrebbe produrre una diminuzione del deficit facendolo scendere al 2,4 per cento del Pil rispetto all'obiettivo del 2,8 per cento, indicato dal Governo nella Finanziaria 2007.
Una buona notizia che se fossimo in una situazione di governabilità stabile diventerebbe un ottimo viatico per le fortune del paese. Ma come si sa si vivono giorni particolarmente burrascosi e su più fronti. Per cui questo bendiddio che arriva sta diventando un problema. Tutti i leader della maggioranza si chiedono, non senza personali interessi, cosa vorranno fare il ministro dell'Economia Tommaso Padoa-Schioppa e il governo di questa disponibilità? Le strade sono due: seguire la strategia del risanamento e presentarsi a Bruxelles con i conti ancora più in ordine del previsto, oppure restituire agli italiani quel tanto che cresce?
Tutti spingono per una soluzione salomonica. Abbassare il deficit solo fino al 2,7% e restituire il resto. Prodi ha più volte annunciato che se la crescita diventerà strutturale si abbasseranno le tasse. Gli ha fatto eco il viceministro Visco e tutti i principali leader dei partiti di maggioranza, da Fassino a Rutelli. Ma qui sembra che non si voglia aspettare il 2009. Le cose vanno bene, per cui non indugiare oltre. Si restituisca e basta!
Ecco che dal cilindro dei vari ministeri cominciano ad uscire le proposte.
Si comincia dall’abbattimento dell'Ici sulla prima abitazione, per passare alle possibili agevolazioni sugli affitti e all’innalzamento dei contributi per gli "incapienti", che hanno un reddito così basso da non poter godere delle diminuzioni di aliquote o all'aumento delle detrazioni fiscali. La Bindi vuole fondi per la famiglia e il ministro del lavoro li reclama a gran voce per gli ammortizzatori sociali.
Ma all’orizzonte si profilano degli ostacoli. Innanzitutto alcune decisioni che arrivano da Bruxelles e che graveranno sicuramente sui costi.
E poi c’è da mantenere una promessa fatta al ministro Di Pietro che aveva accettato a malincuore di rivedere il suo piano di investimenti infrastrutturali con l’accordo che appena possibile Anas e Ferrovie avrebbero avuto una corsia preferenziale per la spesa.
Far quadrare i conti e le aspettative dei Ministri sarà ancora una volta difficile. Ma stavolta, graziaddio, litigheranno per spendere e non per tagliare.

1 commento:

Anonimo ha detto...

Se partiamo dal presupposto che il governo cadrà presto e quindi meglio restituire qualcosa agli italiani per motivi elettoralistici, allora è un discorso (molto berlusconiano, ma a quanto pare i nostri dirigenti non riescono a liberarsi da questa visione della politica). Se invece si vuole fare un discorso più serio, io continuo a pensare che le eventuali entrate in più andrebbero usate per investimenti che garantirebbero ulteriori riduzioni successive dei costi o delle spese, ad esempio investire su centrali ad energia solare, migliorare il sistema ferroviario per spostarvi buona parte del trasporto merci, aumentare i fondi per università e ricerca... tutte cose che porterebbero, nel medio periodo, ad una diminuizione delle spese sia per lo stato sia per i cittadini. Ma sono abbastanza pessimista in materia