Succede sempre così. Francesco Giavazzi iscrive agli imprenditori il merito dei buoni risultati dei conti pubblici. Lo fa con una riflessione, semplice, a volte anche con quel briciolo di banalità che ti sembra tolga spessore alla sua analisi. Ci dice che se l'economia reale va, non c'è manovra economica o finanza creativa o aliquote a fisarmonica che tenga. L'uovo di colombo si direbbe. Ma la ragione è semplice, invce. Le aziende si sono ristrutturate, hanno ottimizzato e diversificato la produzione, hanno dato un bel botto all'innovazione, hanno delocalizzato quando conveniva e adesso ricominciano a rinvestire nel paese... hanno fatto quello che dovevano fare, il loro mestiere in fondo. Bene!
Ma al di là di tutto questo Giavazzi non si chiede ... come è successo che siano diventati tutti così estrosi?
Io ho una mia idea personale. Finita la liretta, finiti i giochi al cambio..finiti, insomma tutte le possibili varianti del gioco delle tre carte che ha permesso alle aziende di "giocare " a fare le aziende. Quelli buoni hanno fatto tesoro dell'annuncio del compianto Avvocato - ricodate... quando annunciò al Paese.. "la ricreazione è finita"? - e si sono messi a fare sul serio. Quelli capaci naturalmente! Cominciando proprio da Torino.
Altri sono ancora lì a chiedere di chiudere le frontiere, mettere dazi e ..fare il giro delle scatole... cinesi.
Adesso invece di definire programmi e strategie capaci di a consolidare tutto questo o meglio di rilanciare ulteriormente ... si spreca il tempo ad accaparrarsi il merito.
Manca solo che Cannavaro&C non dichiarino anche loro di essere stati i veri artefici del boom delle entrare fiscali. In fondo tutto è successo da luglio in poi....
Questo Paese è davvero incredibile.
venerdì 5 gennaio 2007
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