Giusto un anno fa...in queste ore... il cda di Unipol Assicurazioni dimissionava , in un quarto d'ora di seduta... Giovanni Consorte e Ivano Sacchetti dal vertice della compagnia bolognese.
Un trauma per il mondo cooperativo e per la sinistra...un respiro di sollievo per tutti coloro che avevano fatto carte false per bloccare l'insano e inrispettoso tentativo, dei "paria rossi", di scalare la BNL.
Mentre oggi si legge su tutti i giornali che il gip di perugia archivia l'inchiesta nei confronti di Consorte e del giudice Castellano, indagati di rivelazione di segreto d'ufficio, per la totale issusistenza dell'ipotesi di reato, pochi si chiedono che fine hanno fatto le inchieste che le procure di Roma e di Milano hanno quasi simultanemente avviato, partendo tra l'altro proprio dall'intercettazione telefonica che coinvolgeva in questa ipotesi di reato, Consorte e il giudice Castellano?
Tutto fermo naturalmente. Talmente fermo che non si fa certo peccato a pensare che quelle inchieste siano state avviate solo e semplicemente per bloccare l'operazione Unipol/BNL.
Talmente fermo che qualcuno, come Oscar Giannino, si azzarda a dire "... scommetto che assisteremo prossimamente all’archiviazione dell’indagine aperta alla procura di Roma su Consorte (la vicenda Castellano si è già chiusa con un buco nell’acqua), mentre a Milano fonti riservate ma affidabili vogliono la Procura costretta a implorare all’indagato di patteggiare, perché non ha più niente in mano tanto che il pm Greco si è ormai sfilato dall’inchiesta. L’augurio è che Consorte tenga duro e non faccia come tanti, perché nel suo caso non serve un patteggiamento tanto per dare il contentino minimale all’ipotesi accusatoria in cambio di uscire dalla sua persecuzione con una pena solo simbolica e sospesa dalla condizionale...."
Tragica e assurda realtà? Aspettiamo ancora per vedere se si è consumata ancora una volta quella che da molti si ritiene sia l'unica, vera e sola, attitudine del nostro paese. Quell'attitudine ad esercitare ogni machiavellica, strumentale e subdola azione per proteggere e consolidare il conflitto d'interessi che sta al centro di ogni pur piccolo angolo di potere. Un anno fa Consorte e Sacchetti hanno peccato di lesa maestà... volevano dare vita ad una banca che non ricadesse all'interno del groviglio di reciproci interessi che regolano e con cui si regolano banche, media e politica.
Un peccato capitale!
Iscriviti a:
Commenti sul post (Atom)
Nessun commento:
Posta un commento