Fedeli al motto "piatto ricco mi ci ficco". In ordine sparso si avvicinano i pretendenti. Alcuni che si dichiarano subito come Banco Santander che non vede l'ora di sbarcare in Italia, altri tentano le sortite come Abn-Ambro che raschia ogni giorno il barile dei titoli per crescere piano piano. Altri ancora si rifiutano di corteggiare come MPS - che ne avrebbe tanto bisogno ma che non vuole mollare la sua dimensione locale, dove si dice si sta bene e non si fanno danni. Altri ancora girano larghi ma non perdono di vista la preda come l'Unicredit di Alessandro Profumo.
Intanto il gossip finanziario racconta rumors che per adesso trovano secche smentite. Ma sembra che più si smentisce più si ribadisce. Tra i rumors più smentiti c'è quello che vorrebbe proprio Profumo e Geronzi pronti ad un accordo di alleanza. Non solo perchè l'affare è di quelli che vale la pena provarci. Ma anche perchè sotto sotto ci sono interessi che andrebbero in qualche modo protetti. Della governace in Mediobanca abbiamo già detto. Inoltre la voglia di "dual governace" dei manager di Mediobanca, proprio ieri, bacchettata da Profumo in persona, invita a non correre rischi. Ma lo sguardo va oltre. E si ferma alla faida interna al centrosinistra. La fusione Intesa-SanPaolo ha rotto gli equilibri. La sinistra deve bilanciare con un'altra megafusione lo strapotere finanziario che la fusione bresciana-torinese ha regalato al duo Prodi-Bazoli. Non c'è altra possibilità. Ma per farlo sanno bene che non devono dare nell'occhio e distrarre quanto possibile il conducente. La lezione Unipol/BNL brucia ancora. Farsi impallinare ancora una volta sarebbe troppo, per la sinistra e per i diesse.
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