Finalmente si dirà. La nuova legge sul conflitto d'interessi, auspicata, contrastata, negata, rincorsa e abiurata sembra che si sia presa la sua definitiva rivincita. La commissione Affari Costituzionali della Camera ha adottato il testo del presidente Violante sul conflitto d'interessi senza voti contrari. La Cdl si e' infatti astenuta sul provvedimento, che propone un'autorita' ad hoc che vigili sul conflitto di interessi che potrebbe riguardare un esponente del governo, e la possibilita' di arrivare ad una scelta: vendere o affidare tutto ad un trust. Ma siamo ancora al primo round. Importante, ma solo ancora l'inizio di una lunga battaglia.
Partendo dalla proposta di legge Franceschini il nuovo testo riprende le 21 critiche rivolte alla attuale legge dall'Authority sulle telecomunicazioni e dall'antitrust e dovrebbe risolvere in pieno il cd nodo Berlusconi. La nuova legge sul conflitto d'interessi dovrebbe entrare in vigore su chi esercita funzioni di governo, quindi non riguarderà per ora Berlusconi e non lo riguarderà neppure nel 2011, probabilmente. Tutto questo senza vietare ad imprenditori la possibilità di esercitare funzioni di governo. Nel nuovo testo della legge ci sono alcune regole che riguardano l'estensione del conflitto d'interessi ai governi regionali, provinciali e comunali, il rapporto fra blind trust e principi del diritto civile e l'Authority. Tutto gestito e rimandato ad una specifica Authority garante dell'etica pubblica e della prevenzione dei conflitti d'interessi.
C'è adesso da chiedersi se la CDL, uscita dalla votazione in Commissione per non partecipare al voto, possa ritrovare il senso istituzionale della responsabilità e non richiamare ancora la mortificante litania che racconta della eccezionale quanto corretta ed equlibrata legge sul conflitto d'interessi voluta e approvata da Berlusconi nella precedente Legislatura. Ribadendo che nei cinque anni di Governo Berlusconi non vi è mai stato un solo caso di manifesto conflitto d'interessi esercitato da Silvio Berlusconi. L'avete sentito anche voi più volte ripetere che quando nel CdM vi erano decisioni che coinvolgevano gli affari di Berlusconi, il premier non partecipava al voto. Ma come sottolineato dall'Authority, un altro membro del governo può comunque avvantaggiare quello che ha il conflitto e formalmente con la vecchia legge non è perseguibile. Insomma, il problema non era solo Berlusconi per Berlusconi, ma, ad esempio, Gasparri per Berlusconi.
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