Non l’avesse mai pronunciate quelle parole! Evocando nel suo discorso al Senato - con parole chiare e senza quei strascichi “emiliani” che tanto lo fanno naif - la necessità di una prossima "Riforma elettorale con ampio consenso". Romano Prodi ha innescato, convinto di poterla gestire a suo favore, una baraonda che rischia di mettere in crisi entrambi i poli e addirittura molti partiti.
All'interno dei Ds, infatti, Fassino che si è detto subito pronto ad aprire al modello tedesco - il sistema che prevede un proporzionale puro senza premio di maggioranza e con sbarramento - entra in rotta di collisione con D'Alema e con le altre diverse e antagoniste aree della Quercia, sia il Correntone di Mussi e Salvi sia l'ulivista –kennedyana del sindaco di Roma, Valter Veltroni. D’Alema e i suoi non si muovono dal maggioritario a doppio turno. La Margherita di Prodi e Parisi scalpita . A loro i tedeschi vanno a genio. Al punto da minacciare di far saltare in grembo il partito democratico. Rutelli e Mastella stanno alla finestra. Vuoi vedere dicono che ‘sti scemi ci regalano, senza far fatica, il partito del Grande Centro.
Le cose non vanno meglio dall’altra parte. Prodi non aveva finito di parlare che già la Lega tirava su le barricate. Mentre la proposta di D’Alema di ridare vita ad una Bicamerale, questa volta presieduta da Gianfranco Fini, ha fatto venire i sudori freddi a mezzo se non tutto il centrodestra, AN compresa.
Berlusconi grida allo scandalo. Lo fa come al solito per intorbidire le acque, per non poagare dazio. Sa bene che i suoi sono spaccati tra chi vorrebbe un rafforzamento del bipolarismo e chi come gli ex DC farebbero carte false per il modello tedesco. Permetterebbe loro di fare pace con Casini e tornare a vivere felici e contenti. Ma le carte false le farebbe certamente anche la sinistra di Bertinotti e di Giordano, da sempre sponsor della soluzione tedesca.
Allora uno si chiede. Se la soluzione tedesca va bene a Fassino, va bene agli ex DC, ora azzurri, a Casini e soprattutto va bene alla sinistra radicale o è quella giusta oppure c’è da credere che non se ne farà proprio niente. Il perché è semplice. Non li vedo Casini o Bondi andare a Ballarò e fare le moine con Bertinotti e i suoi, dandosi cordialmente del "Lei". Il botteghino del "teatrino della politica" non registrerebbe il solito sold out che ci sanno regalare i nostri divini attori.
All'interno dei Ds, infatti, Fassino che si è detto subito pronto ad aprire al modello tedesco - il sistema che prevede un proporzionale puro senza premio di maggioranza e con sbarramento - entra in rotta di collisione con D'Alema e con le altre diverse e antagoniste aree della Quercia, sia il Correntone di Mussi e Salvi sia l'ulivista –kennedyana del sindaco di Roma, Valter Veltroni. D’Alema e i suoi non si muovono dal maggioritario a doppio turno. La Margherita di Prodi e Parisi scalpita . A loro i tedeschi vanno a genio. Al punto da minacciare di far saltare in grembo il partito democratico. Rutelli e Mastella stanno alla finestra. Vuoi vedere dicono che ‘sti scemi ci regalano, senza far fatica, il partito del Grande Centro.
Le cose non vanno meglio dall’altra parte. Prodi non aveva finito di parlare che già la Lega tirava su le barricate. Mentre la proposta di D’Alema di ridare vita ad una Bicamerale, questa volta presieduta da Gianfranco Fini, ha fatto venire i sudori freddi a mezzo se non tutto il centrodestra, AN compresa.
Berlusconi grida allo scandalo. Lo fa come al solito per intorbidire le acque, per non poagare dazio. Sa bene che i suoi sono spaccati tra chi vorrebbe un rafforzamento del bipolarismo e chi come gli ex DC farebbero carte false per il modello tedesco. Permetterebbe loro di fare pace con Casini e tornare a vivere felici e contenti. Ma le carte false le farebbe certamente anche la sinistra di Bertinotti e di Giordano, da sempre sponsor della soluzione tedesca.
Allora uno si chiede. Se la soluzione tedesca va bene a Fassino, va bene agli ex DC, ora azzurri, a Casini e soprattutto va bene alla sinistra radicale o è quella giusta oppure c’è da credere che non se ne farà proprio niente. Il perché è semplice. Non li vedo Casini o Bondi andare a Ballarò e fare le moine con Bertinotti e i suoi, dandosi cordialmente del "Lei". Il botteghino del "teatrino della politica" non registrerebbe il solito sold out che ci sanno regalare i nostri divini attori.